Confezionato con grandi mezzi e sicuro mestiere dal regista Tim Burton e dai suoi collaboratori "Batman", film del 1989, è uno dei rarissimi esempi in cui un personaggio dei fumetti non perde di efficacia nella sua trasposizione cinematografica.
Ispirato alle atmosfere del "Ritorno del cavaliere oscuro", storia a fumetti scritta e disegnata da Frank Miller nel 1986, questo lungometraggio ci mostra un personaggio che deve molto alla dimensione cupa e opprimente propria delle sue origini e che si muove in una Gotham City che, scenograficamente parlando, è in forte debito sia con il cinema espressionista tedesco di Fritz Lang che con la Los Angeles fantascientifica di Blade Runner.
Protagonista della pellicola è un ricchissimo miliardario che ha perso i genitori da bambino quando un bandito di strada, che poi scopriremo essere il cattivo del film, li ha uccisi davanti ai suoi occhi.
Proprio questo trauma, che lo segnerà per tutta la vita, spinge Bruce Wayne, questo il nome del miliardario, a combattere il crimine munito di un mantello, di un costume da pipistrello e di apparecchiature fantascientifiche facendosi chiamare Batman.
In questo primo episodio della serie, il cattivo è incarnato da Jack Napier, gangster e brillante chimico che proprio a causa di Batman rimane sfigurato cadendo in una cisterna d’acido.
Dopo una plastica facciale, che gli lascia un’orrida smorfia fissata sul volto, Jack Napier assume il nome di Joker, diviene capo di una banda criminale, si veste da pagliaccio e terrorizza Gotham City con crudeli clownerie come l’avvelenamento di alcuni cosmetici.
Dopo uno scontro senza quartiere tra i due supereroi, la resa dei conti si avrà sul campanile della cattedrale di Gotham City dove sarà Joker ad avere la peggio.
Batman è molto ben caratterizzato da Michael Keaton che umanizza il personaggio con alcune note di sensibilità e alcune nevrosi che contribuiscono in maniera determinante al successo del film.
La scena però è dominata da un Jack Nicholson/Joker eccezionale, sopra le righe e perfettamente calato nella parte.
Ispirato alle atmosfere del "Ritorno del cavaliere oscuro", storia a fumetti scritta e disegnata da Frank Miller nel 1986, questo lungometraggio ci mostra un personaggio che deve molto alla dimensione cupa e opprimente propria delle sue origini e che si muove in una Gotham City che, scenograficamente parlando, è in forte debito sia con il cinema espressionista tedesco di Fritz Lang che con la Los Angeles fantascientifica di Blade Runner.
Protagonista della pellicola è un ricchissimo miliardario che ha perso i genitori da bambino quando un bandito di strada, che poi scopriremo essere il cattivo del film, li ha uccisi davanti ai suoi occhi.
Proprio questo trauma, che lo segnerà per tutta la vita, spinge Bruce Wayne, questo il nome del miliardario, a combattere il crimine munito di un mantello, di un costume da pipistrello e di apparecchiature fantascientifiche facendosi chiamare Batman.
In questo primo episodio della serie, il cattivo è incarnato da Jack Napier, gangster e brillante chimico che proprio a causa di Batman rimane sfigurato cadendo in una cisterna d’acido.
Dopo una plastica facciale, che gli lascia un’orrida smorfia fissata sul volto, Jack Napier assume il nome di Joker, diviene capo di una banda criminale, si veste da pagliaccio e terrorizza Gotham City con crudeli clownerie come l’avvelenamento di alcuni cosmetici.
Dopo uno scontro senza quartiere tra i due supereroi, la resa dei conti si avrà sul campanile della cattedrale di Gotham City dove sarà Joker ad avere la peggio.
Batman è molto ben caratterizzato da Michael Keaton che umanizza il personaggio con alcune note di sensibilità e alcune nevrosi che contribuiscono in maniera determinante al successo del film.
La scena però è dominata da un Jack Nicholson/Joker eccezionale, sopra le righe e perfettamente calato nella parte.
Batman e Joker sono due personaggi complementari; hanno due esperienze simili che però sono maturate in modo diametralmente opposto.
Uno dei cambiamenti radicali che ci sono stati rispetto alle storie a fumetti infatti, è la rivelazione che a uccidere i genitori di Bruce Wayne sia stato lo stesso Joker da ragazzo.
Questo espediente crea così un legame che unisce in modo tragico e indissolubile i destini dei due protagonisti: Jack Napier ha trasformato un giovane miliardario in un uomo vendicativo e ombroso che anni dopo lo trasformerà nel folle Joker
.
Fanno parte del cast anche Robet Wuhl e Kim Basinger.
Questi due attori interpretano il ruolo del reporter Knox Alexander e della fotografa Vicki Vale, i due giornalisti che tentano di svelare l’identità di Batman.
Di forte richiamo sono anche le atmosfere gotiche realizzate con grande maestria da un regista dall’immenso talento visivo qual è Tim Burton.
Il kolossal che ne viene fuori, anche grazie alle musiche di Denny Elfman, è affascinante e dal punto di vista visuale offre alcune sequenze geniali quasi tutte concentrate nella prima parte del film.
Nella seconda parte invece, la prevedibilità ha il sopravvento e il duello finale è un po' troppo tirato per le lunghe per risultare davvero avvincente.
Nella seconda parte invece, la prevedibilità ha il sopravvento e il duello finale è un po' troppo tirato per le lunghe per risultare davvero avvincente.