lunedì 25 aprile 2011

Piero Calamandrei "lapide a ignominia"

Per ricordare il 25 aprile voglio proporre un testo che mi fa commuovere ogni volta che lo leggo o l'ascolto e mi fa pensare che dovremo riappropriarci di questi valori per rendere l'Italia una nazione migliore.

Piero Calamandrei
Processato nel 1947 per crimini di Guerra, Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti, Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte.
La condanna fu commutata nel carcere a vita.
Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà.
Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore.
Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento.
A tale affermazione rispose Piero Calamandrei, noto giornalista, giurista e politico italiano, con una famosa epigrafe, recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti, dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del criminale nazista.
L’epigrafe afferma:

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non con la terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non con la neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non con la primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi con lo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

Per chi vuole ascoltare questo testo:
http://www.youtube.com/watch?v=DMYuPUDjgZU&feature=share 

lunedì 18 aprile 2011

L'UNIVERSO MUTABILE - la luna, il sole, i nostri inquieti vicini

In questa sede mi piacerebbe spendere due parole per un documentario, visto al Cineclub Arsenale di Pisa il 14 aprile, che mi ha colpito per la sua chiarezza e semplicità nell'affrontare temi che di solito sono estremamente ostici peri non adetti ai lavori.

Paese e anno di produzione: Italia, 2011
Durata:
60'
Regia: Stefano Nannipieri
Sceneggiatura: Katia Genovali, Andreina Di Brino, Stefano Nannipieri
Produzione: La Limonaia Scienza Viva
Realizzazione: Alfea Cinematografica

Secondo documentario della serie sull'astronomia prodotto da La Limonaia Scienza Viva, associazione pisana che si occupa della diffusione della cultura scientifica e tecnologica, e realizzato dalla Cooperativa Alfea Cinematografica con il contributo scientifico di Steven Shore, professore ordinario di astrofisica dell'Università di Pisa, “L'universo mutabile. La luna, il sole, i nostri inquieti vicini” è un'opera che, per la sua semplicità, può essere recepita da un pubblico molto variegato.
Basato su una sceneggiatura rigorosa e lineare opera di Katia Genovali, Andreina Di Brino, che con la loro presenza sullo schermo rassicurano lo spettatore spiegando in modo estremamente chiaro i delicati temi su cui si basa la pellicola, e Stefano Nannipieri, che ne ha curato la regia, questo prodotto, mischiando storia, scienza e tradizione, partendo dall'antico binomio Luna-Sole, svela l'evoluzione dello studio scientifico di questi corpi celesti.
Prendendo come spartiacque l'allunaggio, avvenuto il 20 luglio 1969, il documentario, attraverso citazioni delle opere degli intellettuali che li hanno attuati tradotte con estremo rigore filologico da Diego Bertelli, fa un breve excursus sui secoli di studi e ricerche che ci sono voluti per capire la natura della luna e le leggi che regolano l’intero sistema solare e, grazie ad interventi di famosi ricercatori, spiega come queste leggi sono state applicate permettendoci di raggiungere la luna e di aprire la strada all'esplorazione dei sistemi planetari.
A rendere meno accademico questo documentario sono, intercalate alle interviste degli studiosi, le incursioni degli autori in suggestivi siti di grande rilevanza scientifica e immagini, provenienti dai più importanti centri di ricerca e di astronomia del mondo, miste a quelle di famosi film degli albori del cinema.
Un altro pregio che rende estremamente comprensibile quest'opera è il linguaggio, che pur essendo estremamente rigoroso dal punto di vista scientifico, è al tempo stesso molto attento a spiegare i contenuti in modo chiaro e appassionante per una vasta varietà di pubblico.
Alla luce di quanto scritto non si può quindi fare a meno di consigliare la visione di prodotti di questo tipo, atti a far capire argomenti ostici ad un pubblico eterogeneo che va dall'uomo comune all'addetto ai lavori, a quante più persone possibile.

lunedì 11 aprile 2011

Colpo al museo Leone

Durante il mio periodo di convalescenza dopo un frontale con un cassonetto dell'immondizia nel leggere il volume edito dalla Mndadori "Diabolik colpo all'italiana" sono stato colpito da questa storia.

Copertina



Testi: Lucia Ferraresi
Regia: Daniele Statella
Fotografie: Michele Trecate, Daniele Statella
Interpreti: Ilaria Paci (Eva Kant), Edoardo Dattrino (Ispettore Ginko), Francesco Pinto (Diabolik)
Anno d'uscita: 2007
N° pagine: 16
Prezzo: gratuito

Distribuito con grande successo nell'anno 2007 in occasione del festival fumettistico Vercelli tra le nuvole e pubblicato sul volume “Diabolik colpo all'italiana”, edito dalla Mondadori nel 2009, “Colpo al museo Leone” è un albo in cui Eva Kant vive un'avventura nella città di Vercelli.
Questo pezzo, regalato ai numerosi visitatori che hanno affollato la manifestazione, ha una particolarità che lo rende appetibile e ricercato da tutti i collezionisti dell'eroe nero creato nel 1962 dalle sorelle Giussani.
Si tratta infatti di un fotoromanzo in cui un'attrice, Ilaria Paci, sosia ufficiale di Eva Kant, per realizzare un furto si muover per i musei e le vie del capoluogo piemontese.
La regia dell'episodio, scritto da Licia Ferraresi ed estremamente coerente per ambientazioni, mezzi e somiglianza degli interpreti con il mondo di Diabolik, è stata curata del disegnatore Daniele Statella che, in collaborazione con il fotografo Michele Trecate, ne ha realizzato anche le riprese fotografiche.
Per quanto riguarda gli attori, a loro agio e perfettamente calati nei ruoli che sono stati chiamati ad interpretare, spicca su tutti la bellezza e la professionalità di Ilaria Paci che veste alla perfezione i panni di Eva Kant.
Il suo aspetto e le sue movenze non fanno infatti rimpiangere il personaggio disegnato ma anzi accrescono la bellezza, il fascino e la particolarità di questa avventura che costituisce forse l'unico esempio di racconto fotografico tratto da una serie a fumetti.
Compaiono inoltre all'interno della storia, anche se per pochi fotogrammi, Edoardo Dattrino nella parte dell'ispettore Ginko e Francesco Pinto che interpreta Diabolik.
Danno valore aggiunto all'opera le fotografie in bianco e nero di Michele Trecate che ha coadiuvato Statella nellla realizzazione di questo albo.
Il suo stile patinato che ricorda i fotoromanzi degli anni '40 rende il sapore di questa pubblicazione molto rétro e invoglia alla lettura di una storia che potrebbe provenire benissimo dagli archivi di riviste di quel periodo come “Bolero” o “Grand Hotel”.
Un'ultima curiosità da mettere in evidenza è che, con un espediente degno del miglior Alfred Hitchcock, anche il disegnatore Daniele Statella compare all'interno della sua opera.
Si riconosce infatti la sua figura nel gruppo di visitatori del museo che compare nelle prime pagine dell'episodio.
Alla luce di quanto scritto non si può quindi che fare un applauso ai realizzatori di questo numero per la novità e la freschezza della storia e consigliare la lettura di questo albo oltre che agli appassionati di letteratura gialla e di buon fumetto anche ai nostalgici di una certa narrazione per immagini in voga negli anni '40 del '900.

Per chi volesse leggere la storia può trovarla al seguente link:
http://www.diabolik.it/img/fumetto/fumettoleone/fumettonline001.asp