Il primo numero del Corriere dei Piccoli |
Nei precedenti interventi di questa rubrica, ho parlato di riviste fondate tra la metà degli anni '70 e i primi anni '80 del secolo scorso.
In questo articolo, farò invece un salto molto più indietro nel tempo, all'inizio del 1900, per l'esattezza al 27 dicembre del 1908, quando esce come supplemento del Corriere della Sera, al prezzo di 10 centesimi di lira, il primo numero di quella che per quasi novant'anni è stata considerata una delle principali pubblicazioni a fumetti italiane: Il corriere dei piccoli, anche se definirla tale è riduttivo.
Di contorno ai fumetti, nel corso della vita editoriale di questo giornale, che dal 1908 si è protratta quasi ininterrottamente, tranne un periodo di circa un anno alla fine della Seconda guerra mondiale, per 88 anni fino al 1996, furono infatti presentati romanzi a puntate scritti da personaggi di spicco come tra gli altri: Gianni Rodari, Dino Buzzati e Italo Calvino e varie rubriche di attualità, sport, musica e scienza.
Già a partire dalle sue origini, i personaggi legati a questo particolarissimo settimanale, la cui tiratura ha raggiunto nel corso della sua esistenza punte di 700.000 copie ed è stato una lettura di riferimento per diverse generazioni di bambini e di ragazzi, sono figure di primo piano della cultura italica.
Suo fondatore è infatti il giornalista e romanziere Silvio Spaventa Filippi, che ne è stato anche il direttore fino alla sua morte avvenuta nel 1931, coadiuvato dall'educatrice Paola Lombroso Carrara, figlia del più noto Cesare, a cui è da attribuire il progetto editoriale.
Come accadeva in tutta Europa nel primo '900, i periodici per l'infanzia pubblicavano storie quasi sempre prive di nuvolette, giudicate diseducative e anche “Il corriere dei piccoli”, la cui facciata era dedicata ad una sola pagina con disegni a colori commentata da strofe in ottonari in rima baciata, non fece eccezione.
Per quanto riguarda poi gli autori che hanno collaborato a questa meravigliosa e particolarissima realtà, sono tra i più importanti fumettisti nazionali ed internazionali.
In un primo momento vennero pubblicate infatti, private però della loro prerogativa principale e con i titoli modificati, tavole importate dall'estero, sopratutto dagli Stati Uniti.
Il giovane lettore che avesse aperto il rotocalco quindi, si sarebbe trovato davanti capolavori come “Fortunello e la mula Checca”, “Happy Hooliganù”, di Frederick Burr Opper, “Buster Brown”, creato da Richard Felton Outcault, “Arcibaldo e Petronilla”, “Bringing Up Father”, scritto e disegnato da George McManus e “Bibì e Bibò”, “Katzenjammer Kids”.
Accanto alle serie provenienti dall'America, fiorì una grande produzione italiana di storie con filastrocche come didascalie.
I characters più famosi di questi pionieri della nona arte sono Bilbolbul di Attilio Mussino e Quadratino di Antonio Rubino, che si ricordano per ambientazioni e tratti ispirati alla corrente del liberty, che allora stava nascendo, e per vicende oniriche e piene di trovate fantasiose che scherzano le une con la lingua, le altre con la matematica.
Altri serial che in quel periodo hanno legato il proprio nome al corrierino, sono: il celebre Signor Bonaventura, creato da Sergio Tofano, e, dopo la prima guerra mondiale, il Sor Pampurio di Carlo Bisi, presa in giro del borghese nevrotico e il Marmittone di Bruno Angoletta, caricatura del soldato oppresso dai superiori.
Negli anni trenta e quaranta ebbero invece un enorme successo Pier Cloruro de' Lambicchi di Giovanni Manca, inventore di una portentosa Arcivernice che dava vita ai quadri che l'eccentrico scienziato teneva appesi al muro, ed il Prode Anselmo di Mario Pompei.
Un altro ciclo della rivista che vale la pena ricordare, è quello a cavallo tra gli anni '60 e '70 quando, sotto la direzione prima di Guglielmo Zucconi e in seguito di Carlo Tiberti, i fumetti tornarono ad essere quelli tradizionali e vennero introdotti eroi di scuola franco-belga come i Puffi, Michel Vaillant, Ric Roland e Lucky Luke.
A questi sono stati affiancate le opere di penne emergenti che, nel corso degli anni, sono poi diventate personalità di grido.
Parliamo di Hugo Pratt che, a partire dal 1971, pubblicò a puntate la prima avventura del suo Corto Maltese dal titolo “Una ballata del mare salato”, di Benito Jacovitti, di cui videro la luce Cocco Bill, Zorry Kid e Jak Mandolino, di Grazia Nidasio e della sua Vlentina Mela Verde e di disegnatori del calibro di Sergio Toppi, Dino Battaglia, Mario Uggeri e Aldo Di Gennaro.
Nel 1975 il giornale cambia il nome in “Il Corriere dei Ragazzi” e propone la fumettizzazione dei personaggi della famosa casa americana Hanna-Barbera e, a seguito del successo televisivo dei cartoni animati giapponesi, i primi manga mentre negli anni '80, apparvero, poi proseguite su altre testate, La Pimpa di Altan, il Lupo Alberto di Silver e Diario di Stefi ancora una volta di Grazia Nidasio.
Dopo la cessione della testata alla scandinava Egmont avvenuta nel 1994, l'ultimo numero de Il Corriere dei Piccoli è uscito, distribuito solo nelle edicole lombarde, nel gennaio 1996.
In questo articolo, farò invece un salto molto più indietro nel tempo, all'inizio del 1900, per l'esattezza al 27 dicembre del 1908, quando esce come supplemento del Corriere della Sera, al prezzo di 10 centesimi di lira, il primo numero di quella che per quasi novant'anni è stata considerata una delle principali pubblicazioni a fumetti italiane: Il corriere dei piccoli, anche se definirla tale è riduttivo.
Di contorno ai fumetti, nel corso della vita editoriale di questo giornale, che dal 1908 si è protratta quasi ininterrottamente, tranne un periodo di circa un anno alla fine della Seconda guerra mondiale, per 88 anni fino al 1996, furono infatti presentati romanzi a puntate scritti da personaggi di spicco come tra gli altri: Gianni Rodari, Dino Buzzati e Italo Calvino e varie rubriche di attualità, sport, musica e scienza.
Già a partire dalle sue origini, i personaggi legati a questo particolarissimo settimanale, la cui tiratura ha raggiunto nel corso della sua esistenza punte di 700.000 copie ed è stato una lettura di riferimento per diverse generazioni di bambini e di ragazzi, sono figure di primo piano della cultura italica.
Suo fondatore è infatti il giornalista e romanziere Silvio Spaventa Filippi, che ne è stato anche il direttore fino alla sua morte avvenuta nel 1931, coadiuvato dall'educatrice Paola Lombroso Carrara, figlia del più noto Cesare, a cui è da attribuire il progetto editoriale.
Come accadeva in tutta Europa nel primo '900, i periodici per l'infanzia pubblicavano storie quasi sempre prive di nuvolette, giudicate diseducative e anche “Il corriere dei piccoli”, la cui facciata era dedicata ad una sola pagina con disegni a colori commentata da strofe in ottonari in rima baciata, non fece eccezione.
Per quanto riguarda poi gli autori che hanno collaborato a questa meravigliosa e particolarissima realtà, sono tra i più importanti fumettisti nazionali ed internazionali.
In un primo momento vennero pubblicate infatti, private però della loro prerogativa principale e con i titoli modificati, tavole importate dall'estero, sopratutto dagli Stati Uniti.
Il giovane lettore che avesse aperto il rotocalco quindi, si sarebbe trovato davanti capolavori come “Fortunello e la mula Checca”, “Happy Hooliganù”, di Frederick Burr Opper, “Buster Brown”, creato da Richard Felton Outcault, “Arcibaldo e Petronilla”, “Bringing Up Father”, scritto e disegnato da George McManus e “Bibì e Bibò”, “Katzenjammer Kids”.
Accanto alle serie provenienti dall'America, fiorì una grande produzione italiana di storie con filastrocche come didascalie.
Bilbolbul |
Altri serial che in quel periodo hanno legato il proprio nome al corrierino, sono: il celebre Signor Bonaventura, creato da Sergio Tofano, e, dopo la prima guerra mondiale, il Sor Pampurio di Carlo Bisi, presa in giro del borghese nevrotico e il Marmittone di Bruno Angoletta, caricatura del soldato oppresso dai superiori.
Negli anni trenta e quaranta ebbero invece un enorme successo Pier Cloruro de' Lambicchi di Giovanni Manca, inventore di una portentosa Arcivernice che dava vita ai quadri che l'eccentrico scienziato teneva appesi al muro, ed il Prode Anselmo di Mario Pompei.
Un altro ciclo della rivista che vale la pena ricordare, è quello a cavallo tra gli anni '60 e '70 quando, sotto la direzione prima di Guglielmo Zucconi e in seguito di Carlo Tiberti, i fumetti tornarono ad essere quelli tradizionali e vennero introdotti eroi di scuola franco-belga come i Puffi, Michel Vaillant, Ric Roland e Lucky Luke.
Corto Maltese sul Corriere dei Piccoli |
Parliamo di Hugo Pratt che, a partire dal 1971, pubblicò a puntate la prima avventura del suo Corto Maltese dal titolo “Una ballata del mare salato”, di Benito Jacovitti, di cui videro la luce Cocco Bill, Zorry Kid e Jak Mandolino, di Grazia Nidasio e della sua Vlentina Mela Verde e di disegnatori del calibro di Sergio Toppi, Dino Battaglia, Mario Uggeri e Aldo Di Gennaro.
Nel 1975 il giornale cambia il nome in “Il Corriere dei Ragazzi” e propone la fumettizzazione dei personaggi della famosa casa americana Hanna-Barbera e, a seguito del successo televisivo dei cartoni animati giapponesi, i primi manga mentre negli anni '80, apparvero, poi proseguite su altre testate, La Pimpa di Altan, il Lupo Alberto di Silver e Diario di Stefi ancora una volta di Grazia Nidasio.
Dopo la cessione della testata alla scandinava Egmont avvenuta nel 1994, l'ultimo numero de Il Corriere dei Piccoli è uscito, distribuito solo nelle edicole lombarde, nel gennaio 1996.