Diretta nel 2013 dall'intellettuale e regista siciliano Roberto Andò, che porta sullo schermo il suo romanzo premio Campiello, intitolato “Il trono vuoto”, “Viva la libertà” è una pellicola che esplora il tema del doppio e grazie a un classico éscamotage, come lo scambio di persona, fornisce un ritratto della vita politica nel nostro paese.
Attorniato da un cast di grande profondità che comprende un gruppo di attori dalle considerevoli capacità interpretative, Toni Servillo, è autore, da mattatore teatrale di eccelso livello qual'è, di una straordinaria performance bifronte.
È infatti l'interprete di due gemelli: Enrico Olivieri, segretario di uno dei principali partiti di opposizione che, per sottrarsi al suo fallimento come uomo politico, scappa a Parigi a ricercare il senso della sua vita dall'amore di gioventù e Giovanni Ernani, filosofo matto e geniale che nel sostituire il fratello durante il suo esilio in terra francese, citando frasi e componimenti di filosofi e poeti famosi, ridà al linguaggio politico una connotazione più popolare riportandolo al centro della vita dell'uomo comune come dovrebbe sempre essere.
Nonostante il tema della res publica sia affrontato con puntualità e con riferimenti precisi alla situazione italiana del periodo in cui l'opera si svolge, il film non va visto come una critica alla sinistra e al metodo dei partiti bensì come un monito a liberarsi delle regole imposte che sono la tomba della passione, motore primario di ogni attività.
Questo lungometraggio, vincitore di numerosi premi, prodotto da BiBi Film e RAI Cinema e distribuito da 01 Distribution, in cui si avvertono richiami alla poetica di intellettuali come Leonardo Sciascia e Francesco Rosi, di cui Andò è stato amico e allievo, oltre che per la regia vivace, per la sceneggiatura solida e per gli ottimi interpreti spicca anche per una struttura di notevole spessore drammaturgico, in cui non manca però una massiccia dose di ironia.
Servillo, Mastandrea, nei panni del braccio destro dell'onorevole, e la Bruni Tedeschi, l'amore giovanile, sono il terzetto di diamante di un gruppo di comprimari sempre all'altezza della situazione tra cui spiccano: Michela Cescon, che interpreta la moglie di Olivieri, Gianrico Tedeschi, Massimo De Francovich e Andrea Renzi, un divertente e riconoscibilissimo clone di Massimo D'Alema.
Le numerose citazioni che spaziano da De André a Brecht, passando per Verdi, la musica diretta dal maestro Marco Betta, il parallelo tra cinema e politica come arti della finzione e un finale ambiguo ma di grande fascino, rendono infine “Viva la libertà una visione obbligatoria per chi cerca opere autentiche, divertenti ma che allo stesso tempo facciano riflettere.
Attorniato da un cast di grande profondità che comprende un gruppo di attori dalle considerevoli capacità interpretative, Toni Servillo, è autore, da mattatore teatrale di eccelso livello qual'è, di una straordinaria performance bifronte.
È infatti l'interprete di due gemelli: Enrico Olivieri, segretario di uno dei principali partiti di opposizione che, per sottrarsi al suo fallimento come uomo politico, scappa a Parigi a ricercare il senso della sua vita dall'amore di gioventù e Giovanni Ernani, filosofo matto e geniale che nel sostituire il fratello durante il suo esilio in terra francese, citando frasi e componimenti di filosofi e poeti famosi, ridà al linguaggio politico una connotazione più popolare riportandolo al centro della vita dell'uomo comune come dovrebbe sempre essere.
Nonostante il tema della res publica sia affrontato con puntualità e con riferimenti precisi alla situazione italiana del periodo in cui l'opera si svolge, il film non va visto come una critica alla sinistra e al metodo dei partiti bensì come un monito a liberarsi delle regole imposte che sono la tomba della passione, motore primario di ogni attività.
Questo lungometraggio, vincitore di numerosi premi, prodotto da BiBi Film e RAI Cinema e distribuito da 01 Distribution, in cui si avvertono richiami alla poetica di intellettuali come Leonardo Sciascia e Francesco Rosi, di cui Andò è stato amico e allievo, oltre che per la regia vivace, per la sceneggiatura solida e per gli ottimi interpreti spicca anche per una struttura di notevole spessore drammaturgico, in cui non manca però una massiccia dose di ironia.
Servillo, Mastandrea, nei panni del braccio destro dell'onorevole, e la Bruni Tedeschi, l'amore giovanile, sono il terzetto di diamante di un gruppo di comprimari sempre all'altezza della situazione tra cui spiccano: Michela Cescon, che interpreta la moglie di Olivieri, Gianrico Tedeschi, Massimo De Francovich e Andrea Renzi, un divertente e riconoscibilissimo clone di Massimo D'Alema.
Le numerose citazioni che spaziano da De André a Brecht, passando per Verdi, la musica diretta dal maestro Marco Betta, il parallelo tra cinema e politica come arti della finzione e un finale ambiguo ma di grande fascino, rendono infine “Viva la libertà una visione obbligatoria per chi cerca opere autentiche, divertenti ma che allo stesso tempo facciano riflettere.
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