Ettore Petrolini |
In queste poche righe vorrei ricordare Ettore Petrolini, grande attore comico, teatrale e cinematografico nato a Roma nel 1884 e morto nella stessa città nel 1936.
Il suo personaggio di romano cinico e sbruffone è tuttora attuale, non a caso un attore moderno come Gigi Proietti riprende spesso le sue scenette e le sue battute che mantengono inalterata la loro carica comica.
Sul palcoscenico Petrolini era un vulcano di doppi sensi, sfottò, parole storpiate e freddure, spesso inventate al momento in un rapporto molto diretto, a tu per tu, col pubblico.
La tradizione vuole che non abbia rinunciato alla battuta sarcastica nemmeno sul letto di morte: vedendo entrare il sacerdote con l'olio santo avrebbe mormorato: “Adesso sì che sono fritto”.
In questo contesto si parlerà di due dei suoi personaggi più famosi: Nerone e Gastone.
Nerone, imperatore romano, cialtrone arrogante e pieno di sé, è il protagonista di uno dei pezzi teatrali più famosi dell’attore romano.
Il testo è stato ripreso inoltre in un lungometraggio del 1930, “Nerone”, scritto dallo stesso Petrolini con la regia di Alessandro Blasetti.
Il film così come lo spettacolo è una satira non tanto velata di Mussolini e del regime fascista.
Nella scena più ricordata e citata, Nerone sta a casa sua e il popolo lo vuole morto perché ha incendiato Roma. Allora va alla finestra e fa un discorso per calmare gli animi.
Il popolo gli grida “bravo!” e Nerone risponde grazie.
E questo gioco del “bravo - grazie” si ripete più volte creando un effetto comico esilarante.
“Gastone”, nato invece da una macchietta, “Il bell'Arturo”, inserita nella rivista “Venite a sentire” del 1915, scritta da Petrolini in collaborazione con G. Carini, è un personaggio che poi fu ripreso più volte fino ad diventare il tragicomico protagonista della commedia omonima, rappresentata per la prima volta nel 1924 al teatro Arena del Sole di Bologna.
Si tratta di una satira, ironica ed amara, della società dello spettacolo degli anni '30 e dei personaggi meschini, avidi, invidiosi e gretti che vi fanno parte. Esemplare rappresentate di questo mondo di presunti artisti è il protagonista, appunto Gastone, istrionico e carismatico attore di varietà di infima categoria, dalla affabulante parlantina romanesca, squattrinato, dedito a mille vizi, corteggiatore di tutte le soubrette e ballerine, dai modi esagerati e teatrali ma fondamentalmente malinconico e solo.
Il personaggio di Gastone, il cui atteggiamento, un insieme di un modo di fare istrionico e di una presenza scenica esagerata, è divenuto uno stereotipo comico, è stato portato sul palco e sul grande schermo da alcuni grandi attori romani: al cinema ne fu interprete Alberto Sordi nel film di Mario Bonnard del 1959, mentre a teatro ne hanno vestito i panni grandi attori come Fiorenzo Fiorentini, Mario Scaccia, Gigi Proietti e Massimo Venturiello.
Il suo personaggio di romano cinico e sbruffone è tuttora attuale, non a caso un attore moderno come Gigi Proietti riprende spesso le sue scenette e le sue battute che mantengono inalterata la loro carica comica.
Sul palcoscenico Petrolini era un vulcano di doppi sensi, sfottò, parole storpiate e freddure, spesso inventate al momento in un rapporto molto diretto, a tu per tu, col pubblico.
La tradizione vuole che non abbia rinunciato alla battuta sarcastica nemmeno sul letto di morte: vedendo entrare il sacerdote con l'olio santo avrebbe mormorato: “Adesso sì che sono fritto”.
In questo contesto si parlerà di due dei suoi personaggi più famosi: Nerone e Gastone.
Nerone, imperatore romano, cialtrone arrogante e pieno di sé, è il protagonista di uno dei pezzi teatrali più famosi dell’attore romano.
Il testo è stato ripreso inoltre in un lungometraggio del 1930, “Nerone”, scritto dallo stesso Petrolini con la regia di Alessandro Blasetti.
Il film così come lo spettacolo è una satira non tanto velata di Mussolini e del regime fascista.
Nella scena più ricordata e citata, Nerone sta a casa sua e il popolo lo vuole morto perché ha incendiato Roma. Allora va alla finestra e fa un discorso per calmare gli animi.
Il popolo gli grida “bravo!” e Nerone risponde grazie.
E questo gioco del “bravo - grazie” si ripete più volte creando un effetto comico esilarante.
“Gastone”, nato invece da una macchietta, “Il bell'Arturo”, inserita nella rivista “Venite a sentire” del 1915, scritta da Petrolini in collaborazione con G. Carini, è un personaggio che poi fu ripreso più volte fino ad diventare il tragicomico protagonista della commedia omonima, rappresentata per la prima volta nel 1924 al teatro Arena del Sole di Bologna.
Si tratta di una satira, ironica ed amara, della società dello spettacolo degli anni '30 e dei personaggi meschini, avidi, invidiosi e gretti che vi fanno parte. Esemplare rappresentate di questo mondo di presunti artisti è il protagonista, appunto Gastone, istrionico e carismatico attore di varietà di infima categoria, dalla affabulante parlantina romanesca, squattrinato, dedito a mille vizi, corteggiatore di tutte le soubrette e ballerine, dai modi esagerati e teatrali ma fondamentalmente malinconico e solo.
Il personaggio di Gastone, il cui atteggiamento, un insieme di un modo di fare istrionico e di una presenza scenica esagerata, è divenuto uno stereotipo comico, è stato portato sul palco e sul grande schermo da alcuni grandi attori romani: al cinema ne fu interprete Alberto Sordi nel film di Mario Bonnard del 1959, mentre a teatro ne hanno vestito i panni grandi attori come Fiorenzo Fiorentini, Mario Scaccia, Gigi Proietti e Massimo Venturiello.
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