Produzione: Teatro del Carretto
Adattamento e regia: Maria Grazia Cipriani
Scene e costumi: Graziano Gregori
Suoni: Hubert Westkemper
Luci: Angelo Linzalata, Fabio Giommarelli
Anno: 2011
Attori: Elsa Bossi, Giacomo Vezzani, Jonathan Bertolai, Nicolò Belliti
voce inquisizione: Dario Cantarelli
Adattamento e regia: Maria Grazia Cipriani
Scene e costumi: Graziano Gregori
Suoni: Hubert Westkemper
Luci: Angelo Linzalata, Fabio Giommarelli
Anno: 2011
Attori: Elsa Bossi, Giacomo Vezzani, Jonathan Bertolai, Nicolò Belliti
voce inquisizione: Dario Cantarelli
La presenza di un attore viareggino nonché caro amico nel gruppo che lo mette in scena, mi dà in questo frangente l'occasione di parlare di “Giovanna al rogo”, il nuovo spettacolo, molto bello e complesso, della nota compagnia teatrale toscana del Teatro del Carretto, che ha esordito il 9, 10 e 11 Dicembre al Teatro del Giglio di Lucca in Prima Nazionale.
Questa rappresentazione, il cui testo, scritto dalla regista Maria Grazia Cipriani, rilegge in chiave moderna gli atti del processo che ha portato alla condanna a morte come eretica di Giovanna D'Arco, vede, al centro di una scena circolare, creata da Graziano Gregori che ha curato anche i costumi, con quinte che sono formate da una serie di assi di legno nere che stanno a simboleggiare una gabbia mentale e fisica dalla quale la protagonista non uscirà se non da morta, la bravissima attrice Elsa Bossi vestire con grande partecipazione i panni della Pulzella d'Orléans che, catturata e affidata dagli inglesi alla chiesa, va incontro alla condanna a morte sul rogo con grande sofferenza ma al tempo stesso con estrema serenità, non rinnegando mai il suo credo e rivivendo il passato come allucinata e mistica ricapitolazione della propria esistenza.
Accanto a lei, dotati di una presenza scenica sopra le righe volta ad esaltare le crudeli figure dei carnefici, recitano Giacomo Vezzani, Jonathan Bertolai, Nicolò Belliti.
Completa il cast la voce ambigua e inquietante dell'inquisitore, registrata da Dario Cantarelli, che si manifesta come sottofondo radiofonico e si inserisce alla perfezione nell'onirica atmosfera sonora creata dal pluripremiato fonico Hubert Westkemper.
La figura di Giovanna D'Arco che viene restituita da questa pièce, scevra da letture basate su interpretazioni, il più delle volte fantasiose o dettate dall’ideologia sorte intorno al personaggio: divenuto nel corso del Novecento oggetto di nuove attenzioni, sia dal punto di vista artistico, con le molte versioni che ci hanno lasciato di lei il cinema, la musica, il teatro sia in termini storici, con la sua santificazione, è quindi quella di una donna stretta dai vincoli della rigida società del tempo, tradita, perseguitata e arsa viva dai potenti che sente e soffre la condanna ormai prossima, e il tempo passato vissuto con grande trasporto.
Se proprio vogliamo fare una piccola critica a questo spettacolo è che la voce della protagonista in alcuni frangenti non è molto chiara e ben scandita.
Nonostante tutto, ciò non toglie minimamente fascino ad una rappresentazione, la cui atmosfera è resa magistralmente anche dalle luci di Angelo Linzalata e Fabio Giommarelli, avvincente che arriva a toccare parti profonde e intime, in modo drammatico, grottesco, ironico, ma sopratutto poetico.
Questa rappresentazione, il cui testo, scritto dalla regista Maria Grazia Cipriani, rilegge in chiave moderna gli atti del processo che ha portato alla condanna a morte come eretica di Giovanna D'Arco, vede, al centro di una scena circolare, creata da Graziano Gregori che ha curato anche i costumi, con quinte che sono formate da una serie di assi di legno nere che stanno a simboleggiare una gabbia mentale e fisica dalla quale la protagonista non uscirà se non da morta, la bravissima attrice Elsa Bossi vestire con grande partecipazione i panni della Pulzella d'Orléans che, catturata e affidata dagli inglesi alla chiesa, va incontro alla condanna a morte sul rogo con grande sofferenza ma al tempo stesso con estrema serenità, non rinnegando mai il suo credo e rivivendo il passato come allucinata e mistica ricapitolazione della propria esistenza.
Accanto a lei, dotati di una presenza scenica sopra le righe volta ad esaltare le crudeli figure dei carnefici, recitano Giacomo Vezzani, Jonathan Bertolai, Nicolò Belliti.
Completa il cast la voce ambigua e inquietante dell'inquisitore, registrata da Dario Cantarelli, che si manifesta come sottofondo radiofonico e si inserisce alla perfezione nell'onirica atmosfera sonora creata dal pluripremiato fonico Hubert Westkemper.
La figura di Giovanna D'Arco che viene restituita da questa pièce, scevra da letture basate su interpretazioni, il più delle volte fantasiose o dettate dall’ideologia sorte intorno al personaggio: divenuto nel corso del Novecento oggetto di nuove attenzioni, sia dal punto di vista artistico, con le molte versioni che ci hanno lasciato di lei il cinema, la musica, il teatro sia in termini storici, con la sua santificazione, è quindi quella di una donna stretta dai vincoli della rigida società del tempo, tradita, perseguitata e arsa viva dai potenti che sente e soffre la condanna ormai prossima, e il tempo passato vissuto con grande trasporto.
Se proprio vogliamo fare una piccola critica a questo spettacolo è che la voce della protagonista in alcuni frangenti non è molto chiara e ben scandita.
Nonostante tutto, ciò non toglie minimamente fascino ad una rappresentazione, la cui atmosfera è resa magistralmente anche dalle luci di Angelo Linzalata e Fabio Giommarelli, avvincente che arriva a toccare parti profonde e intime, in modo drammatico, grottesco, ironico, ma sopratutto poetico.
Come ricordava l'amico Marco Maccioni una nota positiva è resa dai dialoghi multilingua…inglese, francese e italiano che, intrecciati e fusi sapientemente a seconda delle esigenze narrative e di ritmo, rendono paradossalmente (?) lo spettacolo molto comprensibile.
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