martedì 12 settembre 2017

Lupin III - Il Castello di Cagliostro

Titolo originale: Rupan sansei: Kariosutoro no shiro
Paese: Giappone
Durata: 96 min.
Genere: Animazione
Regia: Hayao Miyazaki
Direttore Animazione: Otsuka Yasuo
Animazioni: Tomizawa Nobuo, Tanaka Atsuko e Tomonaga Kasuhide
Musica: Yuji Ohno

"Lupin III: Il castello di Cagliostro" è un lungometraggio d’animazione diretto nel 1979 da Hayao Miyazaki, uno dei più famosi registi giapponesi, ed è per tutti gli appassionati il miglior anime dedicato al ladro gentiluomo creato dal fumettista Monkey Punch.
Questo film ha riscosso sucesso internazionale anche grazie alla proiezione al festival di Cannes del 1980.
In Italia appare per la prima volta su Italia 1 in occasione del capodanno 1984 e in seguito viene rimesso in onda su Rete quattro il 30 e 31 dicembre 1986.
La trama affascinante e degna del miglior romanzo d’avventura è la seguente: Lupin vuole rubare alcune preziose matrici che sono conservate nel castello del conte di Cagliostro, un malvagio personaggio che tiene prigioniera una delicata fanciulla di nome Clarice.
Protagonsiti della vicenda al pari del conte, di Clarice, della banada di Lupin composta dal fido pistolero Daisuke Jigen e dal samurai Goemon, di Fujiko Mine in veste di bionda custode del castello di Cagliostro e dell’ispettore Zenigata, sono anche due anelli con l’effigie di un capricorno.
Questi monili, incastrandosi perfettamente nell’orologio del campanile del castello, aprono la via ad un prezioso tesoro.
Un gioiello appartiene a Cagliostro e l’altro a Clarice.
Il perfido conte quindi vuole costringere la fanciulla al matrimonio per impadronirsi dell’anello e scoprire così il tesoro nascosto.
Lupin corre in aiuto di Clarice e nel dipanarsi della vicenda la libera, uccide Cagliostro e impadronitosi dei due anelli scopre che il tesoro è in realtà un’antica città romana sommersa dall’acqua che riappare non appena il meccanismo dell’orologio del campanile viene messo in funzione.
A conclusione della storia, i preziosi gioielli vengono sottratti a Lupin dall’abile Fujiko.
Ne Il castello di Cagliostro i disegni sono di altissima qualità, la trama è congegnata perfettamente e soprattutto le scene di inseguimento sono appassionanti come nei migliori film d’azione.
La musiche di Ohno, compositore giapponese che, dal 1977, si occupa della colonna sonora della fortunata serie di Lupin III, sono sempre appropriate e accompagnano in modo impeccabile il dipanarsi della vicenda.
Nella pellicola sono presenti acnhe scene che mostrano: momenti romantici di grande intensità tra Lupin e Clarice, momenti di profondo rispetto tra il ladro gentiluomo e il suo eterno nemico Zenigata e momenti in equilibrio perfetto tra dramma, commedia e film noir.
Un ultima curiosità da sottolineare è che Lupin in questo film torna ad indossare la sua giacca verde come nelle prima serie animata risalente al 1971/72. 


domenica 10 settembre 2017

Orient Express e l'età d'oro del fumetto italiano

Bologna
In questo articolo, dopo l'intervento dedicato agli intellettuali francesi che si sono riuniti sotto il nome di Les Humanoïdes Associés, vorrei continuare la disamina di coloro che hanno reso il medium fumetto famoso in tutto il mondo, valicando le Alpi e trasferendomi nella Bologna dei primi anni '80.
Nel capoluogo emiliano infatti, aveva sede la casa editrice L'Isola Trovata fondata e diretta da Luigi Bernardi che, dal giugno 1982 al marzo 1985, ha stampato e diffuso i trenta numeri della rivista Orient Express.
Pubblicazione tra le più attente ai lavori di artisti del nostro paese non solo riguardo ai talenti già affermati ma anche alle nuove leve, nei quasi tre anni in cui è uscita regolarmente nelle edicole, ha ospitato nomi oggi conosciutissimi, alcuni addirittura diventati autentiche celebrità, come: Magnus, Giardino, Micheluzzi, Manara, Toppi, Battaglia, Berardi, Milazzo, Trevisan, Tacconi, D’Antonio, Sclavi, Cavazzano, Rotundo, Saudelli, Ambrosini, Alessandrini, Castelli, Breccia, Eleuteri Serpieri, Moebius, Cadelo e Baldazzini.
Prima di parlare di questa realtà editoriale creata da un gigante della cultura al pari di figure di spicco
Luigi Bernardi
come Umberto Eco e Oreste Del Buono, è bene spendere due parole sullo stato della nona arte del paese prima dell'avvento di questo magazine.
Tra la fine degli anni '70 e l'inizio del decennio successivo, le Edizioni Nuova Frontiera pubblicavano Totem e le versioni italiane di Métal Hurlant e Pilot che ospitavano numerosi serial, per lo più di scuola francese, oltre a varie collane di albi mensili.
Accanto a questi periodici, proliferavano L'Eternauta e Alter Alter che però non puntavano su storie di fumetto popolare.
Soltanto Frigidaire, sui cui trovavano spazio le elaborazioni di Pazienza, Scozzari, Tamburini, Liberatore, Mattioli, Carpinteri, e Igort aveva ben chiare le potenzialità delle opere nazionali, relative però soltanto alla così chiamata avanguardia.
Tutto ciò cambiò con l'avvento di Orient Express, che, come dichiarato da Bernardi nell'editoriale del primo numero, pubblicò, fino alla chiusura, materiale di casa nostra inedito e altamente selezionato.
Tra i numerosi autori di primo piano che hanno trovato spazio tra le sue pagine, i più famosi sono: Magnus, di cui vedono la luce gli episodi migliori del suo Sconosciuto, Vittorio Giardino, che riprende le avventure di Sam Pezzo iniziate su Il Mago, che aveva chiuso da poco i battenti, Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, che danno vita a nuove storie di Ken Parker e Massimo Cavezzali con il suo Ivan Timbrovic.
Orient Express
A questi si affiancano lavori di altrettanti grandi come Renzo Calegari, Gino D'antonio, Ferdinando Tacconi, Sergio Toppi, Daniele Panebarco, Giancarlo Alessandrini e Sergio Zaniboni, Alberto Breccia, di cui viene pubblicato “Perramus”, scritto da Juan Sasturain, Alejandro Jodorowsky, che presenta “Il Dio geloso”, realizzato in coppia con Silvio Cadelo, e Moebius.
Accanto a questi nomi, che farebbero tremare i polsi a qualsiasi appassionato, vengono proposte anche opere di quelle che si dimostrano essere le nuove promesse del panorama italiano della letteratura disegnata.
Tra quelli oggi più noti vanno segnalati Franco Saudelli, che per Orient Express ha disegnato numerose serie e creato il personaggio di Porfiri, Massimo Rotundo, Paolo Eleuteri Serpieri, Roberto Baldazzini e Carlo Ambrosini.
Un'altra curiosità da mettere in evidenza è che, a partire dal dicembre 1983 fino ai primi mesi del 1990, fanno la loro comparsa in edicola anche Gli Albi di Orient Express, una serie di 51 volumi e tre speciali, “Omaggio a Dino Battaglia”, “Gli abitanti del crepuscolo”, del grande autore francese Caza, e “Rebecca - I testamenti di Sant'Ambrogio - Scene di caccia”, di Renato Queirolo e Anna Brandoli, che ripropongono le storie pubblicate sulla rivista ammiraglia ma anche fumetti ospitati altrove.
Altai e Jonson
Tra questi “Le avventure di Sherlock Holmes”, della coppia Giancarlo Berardi e Giorgio Trevisan,“Altai e Johnson”, di Giorgio Cavazzano e Tiziano Sclavi, fascicoli di Alfredo Castelli, Milo Manara, Antonio Tettamanti, Enea Riboldi, Victor De La Fuente, Giacinto Gaudenzi, ma anche il “Roy Mann” di Tiziano Sclavi e Attilio Micheluzzi, e “A nostra immagine”, di Ottavio De Angelis e Franco Saudelli, che uscirono entrambi originariamente sulle pagine di Comic Art.
Alla luce di quanto scritto, considerato il poco tempo di vita e la capacità di rimanere nel cuore di migliaia di lettori e appassionati, possiamo affermare, senza paura di smentite, che Orient Express sia stato uno dei migliori contenitori di fumetti realizzato in Italia.