sabato 10 novembre 2018

Frigidaire: non si esce vivi dagli anni '80!

Frigidaire
Dopo aver diffusamente parlato della rivista Cannibale, fondata a Roma alla fine degli anni '70, in piena contestazione, da un gruppo di autori che faceva capo al disegnatore e grafico Stefano Tamburini, si ripercorrerà, in questo articolo, la storia di Frigidaire, periodico che ne è l'ideale prosecuzione.
Distribuito da Il Male per due anni, dal 1977 al 1979, in cui ne sono usciti 13 numeri, Cannibale chiude per ingenti perdite economiche dovute all'inesperienza dei suoi creatori, un gruppo di artisti che hanno dato vita a eroi e universi narrativi rimasti nella storia del fumetto ma del tutto inadeguati a gestire una realtà editoriale per quanto piccola.
La chiusura dell'impresa non fu però del tutto negativa.
In seguito a questa esperienza infatti, gli ex componenti della redazione di Cannibale, di cui fanno parte in pianta stabile, oltre a Stefano Tamburini, anche Massimo Mattioli, Filippo Scòzzari, Andrea Pazienza e Gaetano Liberatore, in arte Tanino, lavorano per Il Male dove conoscono il giornalista partenopeo Vincenzo Sparagna, già membro della direzione del settimanale satirico
Vincenzo Sparagna
E con lui, Scòzzari e Tamburini, fondano Frigidaire, un magazine, che mischia satira e sperimentalismo grafico con giornalismo di assalto racconti e reportage e, oltre ad occuparsi di fumetto, tratta di tematiche varie legate ad arte, musica, politica, letteratura e filosofia, all'insegna della più totale libertà espressiva.
Pubblicato dalla Primo Carnera Editore, casa editrice fondata dai tre per lo scopo, debutta nelle edicole italiane nel novembre del 1980.
Nel gruppo che partecipa alla fondazione del giornale, figurano intellettuali come Franz Ecke, Aldo Di Domenico, Silvio Cadelo, José Muñoz e il francese Marc Carò.
Componenti della redazione, diretta da Sparagna, sono gli ex cannibali Tanino Liberatore, Massimo Mattioli e Andrea Pazienza e fra i suoi collaboratori compaiono personalità del calibro di Mario Schifano e Oreste del Buono.
Il primo numero di Frigidaire, composto da 84 pagine con copertina dedicata al gruppo musicale statunitense dei Devo, nell'anno della sua uscita viene presentato alla fiera del fumetto di Lucca dove suscita molte polemiche un gesto provocatorio di Pazienza che, citando un proprio disegno, si alza la manica facendo il gesto dell'iniezione di eroina.
Nei 213 fascicoli usciti dal 1980 al 2008 con periodicità variabile e diverse sospensioni, hanno debuttato personaggi che hanno fatto la storia della nona arte.
I più famosi sono: Ranxerox, robot con sembianze umane disegnato da Liberatore a colori con uno stile iperrealistico, Zanardi, perfido antieroe di Andrea Pazienza, studente pluriripetente protagonista di storie ambientate al liceo scientifico di Bologna, Snake Agent, realizzato da Tamburini deformando le immagini di fumetti anni '30 e stravolgendone completamente i dialoghi ed il senso, Joe Galaxy e Squeak the mouse, creati da Massimo Mattioli e La Dalia Azzurra, una delle opere più note di Scòzzari, adattamento di una sceneggiatura originale di Raymond Chandler.
Tra i tanti autori di talento che hanno trovato spazio sulle pagine della rivista possiamo citare: Silvio Cadelo, Nicola Corona, Lorenzo Mattotti, Charles Burns, Alejandro Jodorowsky, Francesca Ghermandi, Pablo Echaurren, Danilo Maramotti, Giorgio Carpinteri, Massimo Giacon, Daniele Brolli, Igort, Mauro Cicarè e Giuseppe Palumbo, che presenta in questa sede il supereroe masochista Ramarro.
Anche Magnus e Milo Manara fanno una comparsata con le storie Socrate's Countdown, L'ultimo tragico giorno di Gori Bau e Callipigia Sister mentre collaborarono più o meno regolarmente in coppia i celebri José Muñoz e Carlos Sampayo.
"Basta con la Guerra!"
Frigidaire si caratterizza anche per una vena satirica molto accentuata e per una forte critica antimilitarista.
A testimonianza di ciò, nel 1983, con la collaborazione del giornalista lituano Savik Schuster, realizza e diffonde in Afghanistan e nell’est europeo una falsa Stella Rossa, il quotidiano dell'Armata Rossa, con la copertina di Gaetano Liberatore che raffigurava un soldato russo che spezza un kalashnikov.
Sotto il titolo “Basta con la guerra! Tutti a casa!”.
Nonostante abbia avuto una seconda vita essendo stata pubblicata dal 2009 al 2012, prima come inserto del quotidiano Liberazione, poi nuovamente autonomamente in formato tabloid a colori, con redazione nella cosiddetta Repubblica di Frigolandia a Giano dell'Umbria, l'età d'oro di quella che è stata a ragione definita “la più rivoluzionaria rivista d'arte del mondo”, si è compiuta alla fine degli anni '80 con la morte per overdose di due dei suoi esponenti più originali: Stefano Tamburini nel 1986 e Andrea Pazienza nel 1988.

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