venerdì 27 aprile 2012

Il castello nel cielo


A ventisei anni dalla sua prima apparizione in Giappone e a otto dalla diffusione sul mercato dell'home video italiano con la messa in commercio in DVD da parte di Buena Vista, a partire dal 25 aprile sarà possibile vedere nelle sale cinematografiche italiane, distribuito dalla nota società Lucky Red che per l'occasione lo ha perfettamente restaurato e doppiato nuovamente, “Il Castello nel Cielo”, terza pellicola scritta, diretta e disegnata interamente dal famoso regista e animatore giapponese Hayao Miyazaki.
Secondo lungometraggio dello Studio Ghibli, factory fondata all'inizio degli anni '80 del '900 da Miyazaki stesso insieme al suo collega e mentore, quell'Isao Takahata autore di capolavori come “Una tomba per le lucciole”, questo film, la cui sceneggiatura si basa su un'idea tratta dal libro “I viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift, è stato premiato, nel paese del Sol Levante, come miglior opera d'animazione del 1986.
Avventura tra le più coinvolgenti e divertenti dell'intera produzione del famoso uomo di cinema nipponico, “Il castello nel cielo” narra, sullo sfondo di un universo parallelo caratterizzato da un'ambientazione steampunk, le gesta di un giovane minatore di nome Pazu che per proteggere e accompagnare una ragazza caduta dal cielo, Sheeta, inseguita dall'esercito e da un'intraprendente banda di pirati volanti che si vogliono impossessare di una pietra da lei posseduta, un antico reperto della civiltà di Laputa, leggendaria isola che fluttua nel cielo, e dei segreti a questa legata, vivrà situazioni avvincenti e piene di pathos.
Per quanto riguarda stile e poetica, in questo prodotto cinematografico, pervaso da un misto di avventura, mistero, sentimento, filosofia, scienza, magia e poesia, con la natura che la fa da padrona, si trovano temi cari all'autore giapponese come: l'ecologismo, l'antimilitarismo, l'avversione per la sete di potere umana, l'esaltazione dei sentimenti più semplici come amore e amicizia, e la mania per il volo e situazioni e personaggi che sono divenute ormai marchi di fabbrica delle opere di Miyazaki come inseguimenti aerei e automobilistici, donne determinate e soggetti negativi che si redimono.
Tutto ciò, unito ad un'attenzione maniacale per ogni minimo dettaglio, ad un'animazione molto particolareggiata, scevra dall'uso di computer, che ha portato i professionisti dello Studio Ghibli ad aggiudicarsi i maggiori premi nei festival cinematografici di tutto il mondo e alle splendide ed evanescenti musiche del pianista di Nagano Joe Hisaishi, ha reso quest'opera, a più di venticinque anni dalla sua uscita, uno spettacolo imperdibile per ogni appassionato di cinema.

domenica 22 aprile 2012

Michael Ende e il teatro....

Trovandomi a riflettere sul perchè mi piace tanto il teatro e il cinema mi è tornato alla mente l'incipit del romanzo "Momo" scritto da un signore tedesco di nome Michael Ende nel 1973.
Visto che parole migliori per spiegarvelo credo di non poterle trovare ve le propongo:

Momo

Lontano lontano nel tempo, quando gli uomini si esprimevano con lingue tanto diverse da quelle attuali, già esistevano, sulle terre di clima caldo, grandi e magnifiche città.
Là si ergevano gli alti palazzi di re e imperatori, là si intersecavano larghe strade, vie anguste e vicoli tortuosi.
Là s’innalzavano i mirabili templi adorni di statue d’oro e marmo dedicate agli dei, là stavano sia i mercati dai molti colori dove si offrivano le merci di tutti i paesi conosciuti, sia le vaste armoniose piazze dove le genti convenivano per discutere sulle novità, per pronunziare discorsi o per stare ad ascoltarli.
E, soprattutto, là si trovavano i grandi teatri.
Erano molto simili ai circhi dei nostri giorni, salvo che erano totalmente costruiti con blocchi di pietra.
Le file dei sedili per gli spettatori, una sull’altra a gradinate, formavano come un vasto cono capovolto.
Viste dall’alto, alcune di queste costruzioni apparivano rotonde, altre ovali, mentre altre ancora erano a guisa di ampi semicerchi.
Si chiamavano anfiteatri.
Ce n’erano di grandi come gli stadi sportivi e di piccoli che a malapena potevano accogliere duecento spettatori.
Alcuni sfarzosi, abbelliti da colonne, sculture, decorazioni, altri semplici e disadorni.
Gli anfiteatri non avevano tetto e ogni cosa si svolgeva sotto il libero cielo.
Perciò nei teatri lussuosi si tendevano, sopra le gradinate, pesanti velari intessuti d’oro per proteggere il pubblico dalla vampa del sole o da un repentino acquazzone.
Nei teatri più modesti servivano allo stesso scopo delle stuoie di paglia o di giunco.
In breve, i teatri erano come la gente se li poteva permettere; però, ricco o povero che fosse, un anfiteatro doveva esserci per appagare la generale passione di guardare e ascoltare.
E mentre gli spettatori erano intenti ad ascoltare le vicende tristi o comiche rappresentate sulla scena, li prendeva la sensazione inesplicabile che quella finzione di vita fosse più vera della loro propria realtà quotidiana.
Ed essi gioivano nel porgere orecchio a quest’altra realtà.

domenica 8 aprile 2012

Elio personaggio di un fumetto!

Colgo l'occasione con questo post per ringraziare vivamente l'amico Mauro Smocovich per avermi permesso di realizzare uno dei miei tanti sogni inconfessati, apparire come personaggio di un albo a fumetti.

Nel numero 9 della testata della casa editrice umbra Star Comics "Cornelio Delitti d'autore" (qui di fianco la copertina) uscito in tutte le edicole italiane i primi di settembre del 2009, che già dal titolo "Storia di un burattino" si richiama ad uno dei romanzi toscani da me più amato e collezionato di cui possiedo oltre 100 edizioni illustrate, Pinocchio, sceneggiato dallo stesso Smocovich e disegnato dalla vercellese Paola Camoriano appare un personaggio con le mie sembianze, il pupazzo Demian.
Rassicurando chiunque abbia letto il suddetto albo che "... non sono così cattivo e schizzoide ma mi hanno disegnato così!", rinnovo i ringraziamenti al buon Mauro e alla brava Paola Camoriano.



Io

Demian

venerdì 16 marzo 2012

Censurata striscia di Doonesbury contro legge aborto in Texas


Bufera su una provocatoria striscia del fumetto Doonesbury del noto vignettista statunitense Garry Trudeau (http://it.wikipedia.org/wiki/Garry_Trudeau), pubblicato su più di mille tra riviste e giornali negli Usa e in alcuni in Italia, come L’Unità e Linus.
È stata censurata da diverse testate perché tratta il tema spinoso dell’aborto. 
In particolare parla della restrittiva legge dello stato del Texas che obbliga le donne che vogliono interrompere la gravidanza a sottoporsi ad un’invasiva ecografia transvaginale. 
La normativa, pensata dai repubblicani e denominata HB-15, punta a scoraggiare gli aborti anche colpevolizzando la donna.
Nel fumetto incriminato, una donna si reca presso una clinica per abortire. 
Per prima cosa, viene fatta accomodare nella “stanza della vergogna”. 
Una volta sul lettino, il dottore alle sue rimostranze risponde: “I repubblicani maschi che governano il Texas vogliono che tutte queste abortion-seekers siano esaminate con una bacchetta della vergogna da 10 pollici”. 
“Fa male?”, chiede lei. 
E l’infermiera risponde: “Beh, ti darà un po’ fastidio, ma il Texas ritiene che ci avresti dovuto pensare prima”. 
Il dottore, solenne, conclude: “Con l’autorità conferitami dalla base del partito repubblicano, io ti stupro”.
Trudeau ha ribadito il paragone tra la pratica imposta dalla legge texana e lo stupro. 
“Una donna che volesse ottenere una procedura medica legale, ha l’obbligo di sottoporsi ad un esame vaginale con una sonda di plastica lunga 10 pollici, ovvero circa 25 centimetri", ha detto al Washington Post. 
E ha aggiunto: “l’Oms definisce stupro ‘una penetrazione forzata nella vagina o nell’ano, usando il pene, altre parti del corpo oppure un oggetto”.
Quindi “spiegatemi qual è la differenza”, si chiede provocatoriamente.

Questa la striscia incriminata:


martedì 13 marzo 2012

"Leggi le facce" e altri racconti

Quando scopro un autore nuovo cerco di leggere quanto più possibile di ciò che ha scritto.
Qui di seguito alcune considerazioni su un volume che raccoglie alcuni racconti non umoristici di Marcello Toninelli, fumettista che conoscevo quasi esclusivamente per le parodie di famose opere letterarie lette sulla bellissima rivista Fumo di China.

Disegni e sceneggiatura: Marcello Toninelli
Editore: Cartoon Club
Data di uscita: Novembre 2011
N° Pagine: 48
Prezzo: € 15,00

Presentato durante l'edizione del 2011 di Lucca Comics & Games, la più importante rassegna italiana dedicata al fumetto, “Leggi le facce” e altri racconti è un volume, pubblicato dalla casa editrice riminese Cartoon Club, che raccoglie nove graphic tales scritti e disegnati dal fumettista, senese di nascita ma livornese d'adozione, Marcello Toninelli.
Queste storie brevi di stampo realistico e avventuroso, che originariamente hanno visto la luce negli anni ottanta e novanta su riviste come Foxtrot, Fumo di China e Il Giornalino, sono disegnate, in rigoroso bianco e nero, con un tratto leggero e grottesco e un segno povero di particolari ma incisivo che, pur con molti richiami al fumetto italiano sia d'autore che popolare, si ispira al linguaggio grafico della linea chiara francese.
Ricordano questo stile anche alcuni particolari che emergono dai racconti come: la gabbia delle vignette molto fitta, le immagini che, alternando piani larghi a campi stretti, fanno in modo che l'attenzione sia incentrata sull'ambiente piuttosto che focalizzata sulla figura dei personaggi, e i baloon, di forma quadrangolare anziché tondeggiante, contenenti molto testo.
Le ambientazioni, che fanno da sfondo alle vicende narrate, sono molto varie e spaziano dal western dell'avventura che dà il titolo alla raccolta al medio evo, dalla fantascienza al poliziesco, strizzando l'occhio a horror e azione.
Gli eroi che animano le avventure proposte sono personaggi a tutto tondo psicologicamente complessi e delineati in modo completo.
Non risultano pesanti e indigesti soltanto grazie alla sottile ironia e alla dolente partecipazione che pervade le storie, doti che da sempre contraddistinguono la poetica dell'autore toscano.
Un altro fattore proprio dell'opera di Toninelli che risalta all'occhio del lettore che si cimenterà con la lettura di questo libro è la netta contrapposizione tra la connotazione grafica dei protagonisti dei racconti, povera di particolari, e quella a livello di sceneggiatura, molto ben approfondita e ricca di sfaccettature.
Questo punto unito agli altri sopra elencati, rende questo volume un'opera inattesa e imperdibile che soddisferà ampiamente tutti gli appassionati di fumetti che non hanno avuto occasione di leggere e guardare i racconti pubblicati all'epoca della loro prima apparizione.

venerdì 9 marzo 2012

The artist


Presentato in concorso al Festival di Cannes 2011 dove Jean Dujardin, protagonista del lungometraggio, si è aggiudicato il premio per la miglior interpretazione maschile e insignito di numerosi riconoscimenti internazionali tra i quali spiccano: cinque statuette ai Premi Oscar 2012, tre Golden Globe, sette BAFTA e sei César, “The Artist” è un film scritto e diretto dallo sceneggiatore e regista parigino Michel Hazanavicius.
Quest'opera, una produzione interamente francese, narra, rendendo omaggio al cinema degli anni '20, la storia di un divo del muto che, caduto in disgrazia a causa dell'invenzione del sonoro, sarà salvato dall'abisso, sia sentimentale che professionale, dall'amore di una grande attrice che era stata sua fan.
La pellicola, di fatto un vero e proprio film d'epoca, si avvale infatti di immagini in bianco e nero e di titoli di testa in stile.
La narrazione è accompagnata soltanto da una meravigliosa e funzionale colonna sonora sinfonica, opera del compositore e arrangiatore Ludovic Bource, e i personaggi, che danno vita ad una vicenda ambientata ad Hollywood tra la fine degli anni '20 e l'inizio degli anni '30, parlano esclusivamente attraverso cartelli che ne riportano i dialoghi.
Solo uno dei protagonisti, negli ultimi minuti di questo lavoro, recita qualche battuta.
Tutto ciò però non deve spaventare lo spettatore.
“The Artist” è infatti una commedia, in cui l'assenza di sonoro fa risaltare immagini molto belle e un'attenzione al dettaglio non comune nel cinema moderno, frizzante, divertente e piena di trovate originali che, andando oltre la semplice operazione “nostalgia”, racconta di un periodo storico, non dissimile da quello odierno, in cui effetti appariscenti venivano proposti da produttori senza scrupoli per richiamare più spettatori nelle sale lasciando i contenuti delle pellicole e la recitazione degli artisti che le interpretavano in secondo piano.
Un altro aspetto degno di nota che ha contribuito al successo di quest'opera è il cast, composto da attori di elevatissimo livello.
Ad affiancare Jean Dujardin, protagonista del film, bravissimo nel rifare in parte il verso ai divi del cinema americano delle origini, che interpreta un personaggio affascinante, elegante e carismatico, molto attuale nel suo disagio e nella sensazione di sentirsi superato e dimenticato da un'industria frenetica come quella cinematografica, troviamo interpreti di fama internazionale come tra gli altri: la bella franco - argentina Bérénice Bejo, moglie di Hazanavicius, John Goodman, Penelope Ann-Miller e James Cromwell.
Compare in un cameo anche Malcolm McDowell artista britannico famoso per aver interpretato il ruolo di Alex DeLarge, protagonista del lungometraggio di Stanley Kubrick “Arancia meccanica”.
Un'altra curiosità che serve a sottolineare l'amore del regista per la cinematografia del tempo che fu è che, per darle un ulteriore aspetto che ricordasse i film muti degli anni venti, la pellicola è stata girata con una frequenza più bassa dei fotogrammi per secondo, 22 invece dei consueti 24.
Alla luce di quanto scritto, si può quindi affermare, che questo film leggero ma allo stesso tempo profondissimo, brillante e scorrevole, ma soprattutto realizzato splendidamente merita di essere visto da ogni appassionato della settima arte.

lunedì 27 febbraio 2012

Renzo & Lucia: I promessi sposi secondo Marcello





 Disegni e sceneggiatura: Marcello Toninelli
pubblicata su Fumo di China, rivista d'informazione e critica fumettistica edita da Cartoon Club, a partire dal n° 200
Data di uscita: Febbraio 2012
N° Pagine: 4
Prezzo: € 3,80

Dopo numerose riletture a strisce umoristiche di capisaldi della letteratura come “La divina commedia”, “La Gerusalemme liberata”, l'“Iliade”, l'“Odissea” e l'“Eneide” da parte del fumettista toscano Marcello Toninelli, un'altra parodia di un grande romanzo storico dell'ottocento italiano si aggiunge alla lista, “I promessi sposi”.
Sul numero 200 della rivista “Fumo di China”, uscita nel mese di febbraio per l'editore riminese Cartoon Club, hanno infatti visto la luce le prime quattro pagine, contenenti quattro strisce ciascuna, di “Renzo & Lucia: I promessi sposi a fumetti”.
Con un tratto leggero e caricaturale e un segno povero di particolari ma incisivo per raccontare una storia che farà divertire il lettore, vengono narrati gli avvenimenti contenuti nell'opera di Alessandro Manzoni.
Questi fatti, che ognuno di noi ha ben vivi nella memoria per averli studiati a scuola, vengono però strapazzati, rivisitati dall'autore con un gran sense of humor e immersi nella realtà contemporanea.
Ciò è evidente sopratutto dalla connotazione dei personaggi.
Renzo viene infatti presentato come un nerd fan di fumetti e videogiochi, Lucia come una caparbia femminista, Don Abbondio come un pornomane, mentre padre Cristoforo apprezza la marijuana e Don Rodrigo organizza inevitabili Bunga Bunga.
Un altro segno riconoscibile dell'opera di Toninelli poi è la gabbia delle vignette e l'uso della striscia per raccontare, nonostante la grande attenzione alla trama originale, le vicende del romanzo in modo ironico e leggero.
L'unico particolare che potrebbe scoraggiare un appassionato poco paziente che fosse curioso di vedere e leggere quest'opera, è che, prima di essere raccolta in volume, questa parodia sarà pubblicata, una pagina per volta, su “Fumo di China”.
Quindi per arrivare in fondo alla corposa trama manzoniana occorrerà qualche anno.
Chi avrà voglia di aspettare, o in alternativa di diventare lettore del bel mensile di informazione e critica fumettistica che da più di trent'anni affolla le edicole italiane, verrà in contatto con un'opera istruttiva, pervasa da una grande vis comica in cui non mancheranno però riferimenti all'attualità e spunti di riflessione.