lunedì 3 ottobre 2011

Comic Books go to war

Nell'ambito del festival Docartoon, che si è svolto nella cittadina toscana di Pietrasanta dal 24 al 30 settembre, è stato proiettato “Comic Books go to war”.
Questo documentario della durata di poco meno di un'ora, diretto nel 2009 da Mark Daniels, prodotto e distribuito dal gruppo GA&A Productions e vincitore del premio per il miglior reportage alla ventinovesima edizione del FIFA, Festival International du Film sur l'Art, attraverso interviste ad autori come: Joe Sacco, Ted Rall, Patrick Chappette, Keiji Nakazawa, Marjane Satrapi, Joe Kubert, Emmanuel Guibert, Zeina Abirached, Steve Mumford, Greg Cook, David Axe, che hanno raccontato con le loro opere gli orrori della guerra seguendo fonti, appuntando dettagli e ricercando storie come avrebbe fatto un qualunque giornalista, in alcuni casi recandosi personalmente in luoghi come Palestina, Afghanistan, Sarajevo, Hiroshima, in altri raccogliendo dichiarazioni di persone che hanno vissuto quelle esperienze, testimonia la nascita di un nuovo tipo di giornalismo e dimostra come il fumetto sia un mezzo efficacissimo per descrivere non solo le azioni militari che caratterizzano i grandi conflitti ma anche fatti che riguardano civili e realtà urbane che i mezzi di informazione classici non mettono quasi mai in risalto.
Attraverso parole e disegni vengono narrate non solo le storie dei vincitori, che mostrano una verità distorta e una realtà deviante, ma anche vicende attraverso le esperienze di chi le subisce, attraverso gli occhi dei veri protagonisti.
Gli autori così riescono a comunicare in modo molto esplicito ai lettori l'atrocità dei conflitti e, attraverso il medium fumetto, a raccontare la guerra in modo molto distaccato.
Grazie alla rielaborazione degli eventi che devono attuare in un secondo tempo per realizzare disegni e scrivere le poche parole delle tavole che compongono le loro opere, la narrazione presente in questi volumi è infatti quanto più obiettiva e scevra da emozioni forti possibile.
Un altro pregio dei reportage per immagini disegnate è quello di essere, grazie a un mezzo che dà l’opportunità di entrare nella storia e soffermarsi sulle immagini, sui disegni e capire le vicende grazie a questi ultimi e alle poche parole inserite nelle tavole, accessibili a giovani e giovanissimi che altrimenti avrebbero più difficoltà a conoscere realtà spesso scomode, lontane e riprovevoli.
In conclusione si può affermare che il fumettista, che diventa narratore di eventi offrendo sia il punto di vista del reporter che quello dei protagonisti delle vicende narrate, riesce a differenza di qualsiasi altro giornalista a “raccontare una grande storia in una piccola storia”.

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