Sogno n°1 (2011)
Nuvole Productions / Sony Music
10 brani
Fra le novità discografiche del 2011 ha ricevuto grandi consensi l'album “Sogno n° 1”, un omaggio in veste sinfonica alla voce e alle opere di Fabrizio De Andrè da parte della London Symphony Orchestra, una delle più importanti orchestre del Regno Unito, diretta dal pianista e produttore discografico inglese Geoff Westley.
Questo CD, registrato presso l'AIR Studio e gli Abbey Road Studios di Londra e uscito nel mese di novembre, contiene infatti dieci brani del cantautore e poeta genovese, reinterpretati con grande sensibilità artistica e rivisitati in chiave classica dall'ensemble britannico.
La particolarità di questo progetto, a cui hanno collaborato anche la vedova di De Andrè Dori Ghezzi e il Coro Costanzo Porta di Cremona, condotto dal maestro Antonio Greco, che ha fornito il suo apporto nelle tracce “Laudate hominem” e “Disamistade”, sta nel modo in cui sono state prese le parti cantate, ovviamente con un tempo diverso da quello della musica classica, e, dopo un mastodontico lavoro sul suono, sono state sovrapposte a partiture orchestrali originali arrangiate per l'occasione dallo stesso Westley.
Tutto questo è evidente nei brani che compongono la ricca e variegata tracklist del disco tra cui spicca “Preghiera in gennaio”.
Questa canzone, dedicata alla scomparsa del cantautore piemontese Luigi Tenco, costituisce un perfetto biglietto di presentazione dell'intera nuova sonorizzazione.
Altri pezzi molto belli sono le versioni cameristiche di “Hotel Supramonte” e “Disamistade”, omaggio alla Sardegna, seconda casa di Faber, e la splendida “Tre Madri” dove l'intensità dell'interpretazione di De Andrè viene moltiplicata nella sua efficacia dalla partitura orchestrale.
Un'altra peculiarità di questo album è la presenza al suo interno di particolari, rispettosi, cauti ed eleganti duetti virtuali.
In alcuni brani come in “Anime salve”, nelle parti che nella versione originale sono state interpretate da Ivano Fossati e in “Valzer per un amore” infatti, gli ascoltatori sentiranno De Andrè cantare con Franco Battiato e Vinicio Capossela.
Se proprio vogliamo cercare il pelo nell'uovo, l'unica nota di demerito, che tuttavia non toglie fascino e mordente a questo disco molto bello, è che, sebbene tecnicamente l’esecuzione dei musicisti sia impeccabile, l'orchestra in alcuni momenti sovrasta la voce di De Andrè disturbando l'ascolto di alcune canzoni.
Alla luce di quanto scritto, possiamo affermare quindi, senza paura di smentite, di trovarci di fronte ad un lavoro imponente, importante e molto particolare di cui è indicato l'ascolto in ugual misura sia agli appassionati di musica sinfonica, che a quelli di musica leggera.
Questo CD, registrato presso l'AIR Studio e gli Abbey Road Studios di Londra e uscito nel mese di novembre, contiene infatti dieci brani del cantautore e poeta genovese, reinterpretati con grande sensibilità artistica e rivisitati in chiave classica dall'ensemble britannico.
La particolarità di questo progetto, a cui hanno collaborato anche la vedova di De Andrè Dori Ghezzi e il Coro Costanzo Porta di Cremona, condotto dal maestro Antonio Greco, che ha fornito il suo apporto nelle tracce “Laudate hominem” e “Disamistade”, sta nel modo in cui sono state prese le parti cantate, ovviamente con un tempo diverso da quello della musica classica, e, dopo un mastodontico lavoro sul suono, sono state sovrapposte a partiture orchestrali originali arrangiate per l'occasione dallo stesso Westley.
Tutto questo è evidente nei brani che compongono la ricca e variegata tracklist del disco tra cui spicca “Preghiera in gennaio”.
Questa canzone, dedicata alla scomparsa del cantautore piemontese Luigi Tenco, costituisce un perfetto biglietto di presentazione dell'intera nuova sonorizzazione.
Altri pezzi molto belli sono le versioni cameristiche di “Hotel Supramonte” e “Disamistade”, omaggio alla Sardegna, seconda casa di Faber, e la splendida “Tre Madri” dove l'intensità dell'interpretazione di De Andrè viene moltiplicata nella sua efficacia dalla partitura orchestrale.
Un'altra peculiarità di questo album è la presenza al suo interno di particolari, rispettosi, cauti ed eleganti duetti virtuali.
In alcuni brani come in “Anime salve”, nelle parti che nella versione originale sono state interpretate da Ivano Fossati e in “Valzer per un amore” infatti, gli ascoltatori sentiranno De Andrè cantare con Franco Battiato e Vinicio Capossela.
Se proprio vogliamo cercare il pelo nell'uovo, l'unica nota di demerito, che tuttavia non toglie fascino e mordente a questo disco molto bello, è che, sebbene tecnicamente l’esecuzione dei musicisti sia impeccabile, l'orchestra in alcuni momenti sovrasta la voce di De Andrè disturbando l'ascolto di alcune canzoni.
Alla luce di quanto scritto, possiamo affermare quindi, senza paura di smentite, di trovarci di fronte ad un lavoro imponente, importante e molto particolare di cui è indicato l'ascolto in ugual misura sia agli appassionati di musica sinfonica, che a quelli di musica leggera.
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