giovedì 3 novembre 2011

Le Avventure di Tintin: il Segreto dell'Unicorno

Due righe su un bel film in computer grafica, ispirato da un famosissimo personaggio del fumetto franco-belga, visto ieri sera con l'amico Marco Maccioni.




Nato dalla matita del disegnatore di fumetti Georges Prosper Remi, in arte Hergé, Tintin è un giovane reporter protagonista, con l'inseparabile cagnolino Milù, di numerose avventure in giro per il mondo e nello spazio.
Pubblicato per la prima volta il 10 gennaio del 1929 sulle pagine del settimanale belga “Le Petit Vingtième”, supplemento del quotidiano cattolico “Le vingtième siècle”, è stato, nel corso della sua storia editoriale, accerchiato da numerosi personaggi molto variegati e ben connotati psicologicamente e protagonista di ventitré avventure e di una ventiquattresima incompiuta che lo hanno fatto entrare nella storia del fumetto dalla porta principale.
E proprio a tre di queste storie si ispira il lungometraggio d'animazione ad alto budget, primo di una trilogia, realizzato con una avanzatissima tecnologia motion capture 3-D altamente realistica, “Le avventure di Tintin - Il segreto dell'Unicorno”, prodotto dal regista de “Il signore degli anelli” Peter Jackson e diretto da Steven Spielberg, che ha conosciuto la serie durante la lavorazione di Indiana Jones.
Quest'opera, ambientata in un luogo senza tempo dove non compaiono telefonini computer o altre macchine moderne, comincia quando Tintin, passeggiando per un mercatino, acquista il modellino di un veliero, l'Unicorno.
La nave, che nasconde un segreto che si ricollega ad un affondamento di molti secoli prima e a un'antica dinastia, lo porterà, insieme al fedele Milù, a vivere un'avvincente avventura, ad incontrare elementi che lo affiancheranno per tutto il corso delle vicende narrate come il capitano Haddock e a fronteggiare temibili cattivi come il perfido Ivanovich Sakharine.
La pellicola, sceneggiata dai veterani Steven Moffat, Edgar Wright e Joe Cornish che strizzano l'occhio ai soggetti di Hergé e ne adottano in molte circostanze situazioni e battute, vede Spielberg burattinaio di una storia simpatica e coinvolgente.
Si caratterizza inoltre per una trama ben studiata, per un'animazione che a stento si distingue dal live action e per una grande potenza visiva tipica dei film del regista.
Anche gli attori, convertiti digitalmente usando la tecnica motion capture introdotta da Robert Zemeckis nel film “Polar Express”, sono di primissimo ordine.
Jamie Bell, artista britannico protagonista del film “Billy Elliot”, veste i panni del protagonista.
Fanno parte del cast anche Daniel Craig che interpreta il nefasto pirata Red Rackham e la sua controparte moderna Ivanovich Sakharine, Andy Serkis nella parte del capitano Haddock e Simon Pegg e Nick Frost nel ruolo dei due agenti di polizia pasticcioni Dupond e Dupont.
Merito del regista di Cincinnati, che testimonia il suo grande amore per il personaggio del fumettista belga, è stato, oltre a quello di aver migliorato notevolmente la tecnologia usata da Zemeckis, quello di esser riuscito a catturare soltanto la performance e la consistenza emotiva degli attori lasciando riconoscibile il segno originale e la psicologia dei protagonisti delle avventure  di Hergé.
Oltre ai pregi sopra elencati anche la musica di John Williams e la fotografia di Janusz Kaminski, professionisti che hanno collaborato con Spielberg abbellendo la maggior parte delle sue ultime opere, concorrono a rendere la visione di questo film consigliata ad un pubblico eterogeneo che spazia da famiglie ad appassionati di fumetto e animazione.

Nessun commento:

Posta un commento