L'elefante rosa! |
Paul Mac Cartney nella canzone Let It Be cantava le seguenti parole “When I find myself in times of trouble Mother Mary comes to me” che tradotto in italiano significa pressapoco “Quando cerco me stesso in periodi difficili Madre Maria viene da me” quando invece sono io ad attraversare i miei momentucci no mi appare spesso su una spalla un elefante rosa con cui affronto discussioni impegnate.
Ultimamente mi ha ricordato le parole del filosofo italiano Salvatore Natoli che analizza in modo preciso e puntuale il significato e il concetto di valore etico:
Valore è un termine che appartiene originariamente al linguaggio economico e che poi trapassa in quello etico.
Infatti un tempo il linguaggio morale impiegava ben altre parole, soprattutto "bene" e "male", quando il "bene" era qualcosa di oggettivo e riconoscibile, non qualcosa di soggettivamente valutabile.
Con la modernità emerge sempre più il soggetto come titolare della libertà e del giudizio.
Il "bene" e il "male" dipendono dalla sua valutazione, e il "bene" si trasforma in valore, che, proprio perché valutabile, si relativizza.
Con la secolarizzazione della società e il crollo delle ideologie, si dissolve, pressoché definitivamente, il riferimento alla universalità del valore.
Il valore residuo, non l'unico, ma quello più celebrato diventa la libertà in tutte le sue accezioni, che, nella sua formulazione più estrema, come assenza di vincoli, rischia di risolversi nella dissoluzione di ogni valore.
Questa condizione non è di per sé condannata alla catastrofe, ma, al di là del "bene" e del "male" non significa affatto che si può fare a meno dei valori, ma indica al contrario un compito più alto: saper ricostruire.
La pretesa dell'incondizionato: quella sì che è catastrofica. Si pretende di riscattarsi nel tempo.
Di qui l'apologia dell'istante.
Al contrario, bisogna fare i conti con il tempo.
È misura e segno della finitezza, che è soprattutto reciprocità.
L'etica ha la sua misura nel rapporto con l'altro.
Incontrarsi per via è sentirsi reciprocamente obbligati, di più: divenire amici.
Spero che chi legga faccia tesoro di queste considerazioni e non mi ritenga troppo palloso.
Come scusa potrei sempre dare la colpa all’elefante!
Ultimamente mi ha ricordato le parole del filosofo italiano Salvatore Natoli che analizza in modo preciso e puntuale il significato e il concetto di valore etico:
Valore è un termine che appartiene originariamente al linguaggio economico e che poi trapassa in quello etico.
Infatti un tempo il linguaggio morale impiegava ben altre parole, soprattutto "bene" e "male", quando il "bene" era qualcosa di oggettivo e riconoscibile, non qualcosa di soggettivamente valutabile.
Con la modernità emerge sempre più il soggetto come titolare della libertà e del giudizio.
Il "bene" e il "male" dipendono dalla sua valutazione, e il "bene" si trasforma in valore, che, proprio perché valutabile, si relativizza.
Con la secolarizzazione della società e il crollo delle ideologie, si dissolve, pressoché definitivamente, il riferimento alla universalità del valore.
Il valore residuo, non l'unico, ma quello più celebrato diventa la libertà in tutte le sue accezioni, che, nella sua formulazione più estrema, come assenza di vincoli, rischia di risolversi nella dissoluzione di ogni valore.
Questa condizione non è di per sé condannata alla catastrofe, ma, al di là del "bene" e del "male" non significa affatto che si può fare a meno dei valori, ma indica al contrario un compito più alto: saper ricostruire.
La pretesa dell'incondizionato: quella sì che è catastrofica. Si pretende di riscattarsi nel tempo.
Di qui l'apologia dell'istante.
Al contrario, bisogna fare i conti con il tempo.
È misura e segno della finitezza, che è soprattutto reciprocità.
L'etica ha la sua misura nel rapporto con l'altro.
Incontrarsi per via è sentirsi reciprocamente obbligati, di più: divenire amici.
Spero che chi legga faccia tesoro di queste considerazioni e non mi ritenga troppo palloso.
Come scusa potrei sempre dare la colpa all’elefante!
Nessun commento:
Posta un commento