domenica 8 maggio 2011

La mafia è un montagna di merda

Con questo trafiletto scritto dall'amico Umberto Moisè voglio ricordare un personaggio, ucciso dalla mafia il 9 maggio di 33 anni fa, che ha lottato e ha dato la vita per la legalità in Italia e con lui tutte le vittime di questa organizzazione criminale e le persone che l'hanno combattuta.

La mafia è un montagna di merda.


Peppino Impastato
Questo è il modo in cui Peppino Impastato, che il 5 gennaio avrebbe compiuto 63 anni, definiva la Mafia.
Giuseppe Impastato, maglio noto come Peppino, era infatti nato a Cinisi da una famiglia mafiosa, il padre stesso apparteneva al Clan Manzella, militante di sinistra giovanissimo, ben presto rompe con la famiglia per le sue idee, e abbandona la casa.
Nel 68 partecipa, con ruolo di dirigente, alle attività dei gruppi della Nuova Sinistra e conduce le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell'aeroporto di Punta Raisi in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.
Da prima fonda Radio Aut, con cui inizia assieme ad un collettivo di giovani del paese la propria lotta politica contro il potere mafioso, la corruzione, i delitti e i traffici di droga che avvengono nel territorio controllato da Tano Badalamenti, capo indiscusso della mafia locale.
Nel ‘78 poi aderisce a Democrazia Proletaria candidandosi alle elezioni comunali, e proprio durante le elezione del maggio 1978, Peppino viene ucciso cercando di mascherare il suo omicidio come atto terroristico.
Peppino davanti alla sede di Radio Aut




Il corpo di Peppino fu fatto esplodere con del tritolo sui binari della ferrovia, la stampa , la polizia e la magistratura, immediatamente parlarono di atto terroristico, e la sua morte passò quasi inosservata poiché proprio in quelle ore veniva “restituito” il corpo del presidente della DC Aldo Moro in via Caetani a Roma.
Peppino a quelle elezioni fu eletto simbolicamente.
Negli anni seguenti Peppino è diventato il simbolo di chi, quotidianamente, lotta contro la mafia in Sicilia e non solo, e grazie al fratello Giovanni e alla Madre Felicia che con coraggio hanno testimoniato nelle aule di tribunale contro Zio Tano Seduto come Peppino amava definire il potente mafioso Badalamenti, si giunge alla sua condanna.
La figura di Peppino è ricordata nel bel lungometraggio “I cento passi”, la distanza che separava casa Impastato da quella del boss Tano Badalamenti, di Marco Tullio Giordana, e in numerose canzoni, ma ancora più importante è il Centro a lui dedicato in terrà di Sicilia, centro che svolge attività di controinformazione e lotta per la legalità e la democrazia.

Canzone dedicata a Peppino Impastato da Cisco dei Modena City Ramblers:
http://www.youtube.com/watch?v=KUpcxdg2Iqs

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